La notizia è recente ed è stata pubblicata su diverse agenzie stampa che si occupano di ambiente.
Secondo l’allarme lanciato da World Metereological Organization di Ginevra (WMO) la pandemia avrebbe messo a dura prova la qualità e la quantità delle informazioni relative alle previsioni del tempo, compromettendo i sistemi di allerta e lo studio dei cambiamenti climatici.
Ma come si spiegherebbe questo fenomeno?
Secondo un articolo pubblicato sull’agenza on line Rinnovabili.it “nonostante molti sistemi di monitoraggio meteorologico siano automatizzati, parte dei dati arrivano direttamente dalle compagnie aeree di linea. Prima della crisi sanitaria, gli aerei effettuavano circa 700.000 letture giornaliere di temperatura, velocità e direzione del vento”.
Oggi non possiamo, data la situazione, contare su queste informazioni che, generalmente venivano trasmesse ad un sistema di raccolta dei dati.
Sembrerebbe che in Europa, a causa delle restrizioni provocate dalla pandemia di COVID-19 le letture del traffico aereo siano diminuite dell’85-90 per cento. Questa carenza delle informazioni potrebbe compromettere i sistemi di allerta per gli eventi estremi e lo studio dei cambiamenti climatici.
Lars Peter Riishojgaard, direttore dell’Earth System Branch del WMO, chiarisce – “al momento l’impatto sulla qualità delle previsioni è relativamente modesto. Se la carenza di osservazioni fatte dagli aerei di linea dovesse perdurare, potremmo avere un graduale calo dell’affidabilità delle previsioni”. Inoltre, il segretario generale del WMO, Petteri Taalas, ha esortato i governi a sostenere le capacità nazionali di allerta precoce e di osservazione meteo. L’assenza di dati di qualità e affidabili rappresenterebbe, secondo il segretario, “una sfida aggiuntiva alla pandemia”.
“La preoccupazione principale”- aggiunge Lars Peter Riishojgaard – “è che si verifichino situazioni improvvise delle condizioni meteorologiche per le quali potremmo dipendere dalle previsioni”.
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