Clima Italia: primo rapporto sui cambiamenti climatici.

L’ambiente alpino e i mari italiani sono oggetto del primo studio di monitoraggio condotto SNPA – Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
L’analisi effettuata si incentra sull’incidenza dei cambiamenti climatici in molteplici campi: dalle risorse idriche al patrimonio culturale, passando attraverso agricoltura e produzione alimentare, energia, pesca, ecosistemi marini e terrestri, ambiente alpino/appenninico e zone costiere.

I principali ecosistemi considerati sono quello alpino e marino, stabilendo alla base dell’analisi un parametro nazionale e uno casistico applicato a determinate zone, come il “caso pilota” della Valle d’Aosta e Piemonte.

Nelle catene montuose oggetto dello studio è stata rilevata una perdita considerevole di biomasse dei ghiacciai strettamente collegata all’innalzamento della temperatura attestato intorno asgli 0,15 gradi ogni 10 anni.

Gli studiosi sostengono la criticità di una degradazione totale entro il 2040, nel caso il trend climatico non venga invertito. La conservazione dell’ecosistema alpino passa dalla resistenza del permafrost che nel processo di formazione necessita di temperature negative per due anni consecutivi, poco prevedibile viste le costanti e contrarie tendenze climatiche.

In ambito marino invece si riscontrano gravi problematiche legate all’innalzamento del livello del mare e delle temperature che comportano secondo lo studio una diversificazione nelle specie ittiche pescate. Un parametro utilizzato nel monitoraggio è appunto “la temperatura media di catture” che presuppone una differenziazione della pesca in base alle condizioni climatiche mutate con prevalenza di specie che prediligono acque più calde.

La redazione del documento è il risultato di un lungo e complesso lavoro coordinato da ISPRA con il supporto di numerose Agenzie regionali del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

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