Stop plastica monouso: passo avanti o stallo?

Il momento di mantenere le promesse si avvicina per i Paesi europei. Le politiche in tema ambientale dalla riduzione della plastica fino alla conversione energetica devono trovare applicazione concreta, immediata e significativa.

Il 2022 si apre con l’entrata in vigore della Direttiva europea SUP2019 (SingleUsePlastic) che sancisce in tutta Europa lo stop alla produzione e allocazione sul mercato della plastica monouso. L’intervento normativo risponde alle esigenze ambientali di ecosistemi marini e continentali, molti studi attestano infatti come più del 50% dei rifiuti presenti in natura siano rappresentati da prodotti composti da polimeri non riutilizzabili e/o biodegradabili. La Direttiva ha come ratio pratica quella di diminuire la circolazione di prodotti inquinanti di plastica monouso come bicchieri, posate, contenitori per bevande, prodotti per il packaging, cannucce, cotton fioc e altri prodotti simili, e sta vedendo nelle principali nazioni dell’UE risposte concrete.

Francia e Spagna hanno recepito la Direttiva, prevedendo l’abolizione, per articoli ortofrutticoli con peso inferiore ad 1,5kg, della plastica per l’imballaggio e concedendo deroghe nel caso di prodotti a rischio degradazione biologica. La Germania invece, oltre a vietare la vendita di prodotti single use plastic già dalla scorsa estate, ha sancito l’obbligo per gli esercenti attività commerciali di dotarsi nel servizio ai propri clienti di contenitori riutilizzabili per alimenti e bevande. In Austria l’intervento normativo ha obbligato i commercianti alla vendita di una quota minima di prodotti riutilizzabili e biodegradabili.

In Italia invece la Direttiva Sup ha trovato applicazione prevedendo il blocco delle vendite e della produzione di prodotti monouso con relative sanzioni per gli aggressori. L’interpretazione della norma, tuttavia, avvenuta nel nostro Paese potrebbe costare il procedimento d’infrazione da parte della Commissione europea. La normativa nazionale di recepimento ha ammesso il commercio di prodotti compostabili e in plastica riutilizzabile, polimeri simili agli originari monouso ma utilizzabili per un numero ristretto di volte. Queste “scappatoie”, dovute probabilmente alle necessità economiche delle aziende produttrici di prodotti monouso molto forti in Italia, potrebbero indurre la Commissione europea a emanare severe sanzioni nei confronti del nostro Paese.

Lo stop alla plastica, non solo monouso, è una delle principali battaglie da combattere e l’impegno deve essere maggiore da parte di tutti. La direttiva sup nel prevedere la clausola di vendita fino a “esaurimento scorte” dimostra ancora una volta una anacronistica e ingiustificata attenzione per i produttori di plastica. Tale settore dell’industria deve essere sostenuto, ma al solo fine di un reale processo di conversione ad altra produzione non inquinante. Ogni diverso strumento normativo, diremo quasi stratagemma, verrà posto in essere dai Governi nazionali e dalle Autorità continentali a danno del Pianeta e sulla pelle delle generazioni future.

Il mare, la Natura non ne possono più. E’ il momento di esser seri e di attuare reali politiche di riduzione dell’uso.

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